On the road: sulla nuova emigrazione italiana (1)


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Su iniziativa della Filef Nuova emigrazione Belgio, le associazioni Acli del Belgio e EPN network è stato realizzato un questionario sulla nuova emigrazione italiana in Belgio; la ricerca, grazie alla collaborazione con diverse associazioni e gruppi informali di italiani emigrati, si è ampliata anche al Lussemburgo, all’area di Barcellona (Spagna), Francoforte sul Meno (Germania), Svizzera Occidentale e Francia (principalmente l’Ile de France).

Uno sforzo collettivo per fotografare la complessità della nuova emigrazione italiana, andando oltre i freddi, seppur importanti, dati quantitativi.

Il quadro che appare dalle risposte al questionario, al quale hanno risposto per lo più connazionali emigrati tra il 2016 e il 2019, ci descrive un gruppo proveniente sia dalle regioni meridionali che dalle regioni italiane più industrializzate (probabilmente a causa della chiusura o riduzione di personale avvenuta in molti contesti produttivi) che per una buona metà hanno avuto più di una esperienza di vita all’estero. I motivi che li hanno spinti a emigrare sono legati alla ricerca di lavoro, se possibile più stabile che in Italia, e alla possibilità di dare un futuro migliore alla propria famiglia (meno della metà dei nuovi emigranti aveva un lavoro stabile al momento della partenza); siamo quindi lontani dallo stereotipo dei “cervelli in fuga”.

I problemi legati al percorso migratorio sono abbastanza comuni tra le aree prese in esame: l’alloggio, imparare una nuova lingua, conoscere e frequentare nuove persone nel paese di arrivo e molti problemi burocratici, oltre che spesso la precarietà del lavoro anche nei nuovi paesi.

Anche i modi per risolvere questi problemi sono molto simili: amici e conoscenti, i social network e in maniera molto molto limitata, le associazioni, la chiesa, i patronati, cosa questa abbastanza diversa dalle precedenti ondate migratorie.

La parte sugli stereotipi ci conferma il quadro di quelli positivi, legati alla bellezza dell’Italia e, purtroppo, anche a quelli negativi con italiani definiti mafiosi, furbi e che approfittano del welfare.

 

In futuro cercheremo di approfondire alcuni aspetti della ricerca nei diversi territori, in modo di aggiungere tasselli di conoscenza, che potranno essere utili a tutti gli attori associativi e istituzionali interessati.

I risultati della ricerca, totalmente autogestita e che non ha ricevuto contributi economici di nessun tipo, sono scaricabili dal sito filefnuovaemigrazione.altervista.org

Pietro Lunetto, Marco Grispigni

già pubblicato su PassaParola Mag (giugno 2020)

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